The JUbilee Poetry Meeting 2019.
Ecco alcune mie impressini messe in poesia.
Oggi viaggio un ritorno
a quel senso d’ignoto
e di cose lasciate
volti nuovi e parole
che si portano via
una parte me.
Siamo parole e silenzio
in questo breve
chiarore di vita.
La vecchia col foulard a fiori
che sale sull’aereo per Pristina
segna il contrasto di tempi e di modi.
Lo stridore dell’oggi
copre il silenzio di ieri.
E’ la gentilezza antica
il rispetto dell’anima
che incontro in ogni volto
qui in Kosovo.
Solo vent’anni fa
questa terra ha bevuto
il sangue dei suoi figli.
Engjell Mi accoglie
in un paradiso di alberi e di fiori.
“Hanno ucciso due miei fratelli,
bruciati con la casa,
massacrato personein un villaggio
vicino a Gjacova”.
Abbasso gli occhi
non so come reagire.
Leggo poesie ai piedi
di Madre Teresa di Calcutta.
Composta nel bronzo, la statua
ha un mazzo di rose tra le braccia.
Alzo gli occhi
stormi di corvi neri
avvolgono minareti e campanili:
qui hanno la stessa altezza.
Mezz’ora all’imbarco
Il taccuino rosa
aperto aspetta
i segni dell’appena vissuto.
Apro le pagine
alla complessità del mondo.
Mai potrò contenerlo nelle parole.
Cambiano prospettive, dimensioni.
Siamo altro da ieri.
Forse solo nei sogni vediamo il vero.
Nel nostro tempo effimero
attraversiamo cose, volti, parole.
Rapidi scendiamo verso le nostre sole
nude singolarità.